
Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello "Spiegel" dall'Asia: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Nel 1992 Terzani si sente stanco, dubbioso sul senso del suo lavoro. Gli torna in mente quella profezia e la vede come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.
Non avevo mai letto niente di suo, e pur essendomi ripromessa di farlo la mia non era mai stata una risoluzione seria e concreta.
Terzani sa come rapirti quando scrive: è come se ti prendesse per mano nei suoi viaggi e ti dicesse "vieni con me", ora ti mostro tutta una serie di posti che altrimenti, forse mai avresti visitato in vita tua.
Nel 1976 un indovino cinese, incontrato casualmente ad Hong Kong, mise in guardia l'autore su una pericolosa maledizione che incombe sulla sua testa: nel 1993 non dovrà assolutamente MAI viaggiare in aereo, perchè rischierebbe di morire.
A 16 anni di distanza, quando ormai era residente a Bangkok e corrispondente in Asia per il Der Spiegel, Terzani non dimentica la profezia e decide di mettere in atto il proponimento di non volare per tutto il 1993.
La redazione del giornale si mostrò comprensiva di questa sua nuova esigenza, lasciandogli carta bianca per i reportage da svolgere nel corso di quell'anno con tempistiche
tutte nuove. Non più l'assillo e la frenesia del volare in un luogo al mattino, per poi far ritorno a Bangkok già in sera stessa.
L'osservanza della profezia in se fu un pretesto affascinante per poter girare l'Asia con lentezza, in maniera più approfondita. Esplorando quei luoghi che gli spostamenti in aereo mai ti avrebbero permesso di conoscere; parlando con le genti, andando alle radici della loro cultura.
Per ogni paese che visitava, fedele alla scelta di affidare ormai per intero quell'anno alle credenze "occulte", Terzani chiedeva di vedere l'indovino più famoso e potente del luogo, in un misto tra scetticismo e sana a tratti anche divertita curiosità.
Gli spostamenti ovviamente gli comportarono gravi problemi "logistici", soprattutto le volte che aveva intenzione di compierli in nave.
In Asia uno straniero che cerca di spostarsi via mare, e non via aria, è visto con sospetto quasi fosse un terrorista. Le navi sono ormai adibite quasi tutte al trasporto delle merci, è pressoché impossibile ottenere il visto e l'autorizzazione di salirvi a bordo come passeggeri.
Viaggiando dal Laos alla Birmania, dalla Malesia al Vietnam, dalla Thailandia a Singapore gli scenari che si paravano davanti erano quasi ovunque gli stessi, e sempre desolanti:
la perdita di quella civiltà millenaria che da sempre aveva contraddistinto l'Asia dal resto del mondo. Un'occidentalizzazione sul modello di quanto già fatto prima a Bangkok e in tutta la Thailandia, in cui le città finivano col perdere il loro originario fascino esotico: le strade venivano asfaltate, gli alberi centenari sradicati, le vecchie case abbattute e sostituite da mostruosi grattacieli, casinò, bar karaoke e locali vari (sovente camuffati da saloni di barbieri) dove ragazzine spesso minorenni e malate di aids commerciano disperatamente il loro corpo.
Il libro offre una panoramica completa anche su tutti i dittatori che hanno insanguinato l'Asia negli ultimi decenni: il generale birmano Ne Win ma ancor più i suoi successori; la sanguinaria e feroce dittatura di Pol Pot dei Khmer rossi in cambogia,il regime ambizioso e privo di scrupoli di Lee Kuan Yew a
Singapore e via discorrendo.
Molte di queste figure descritte da Terzani, ammetto la mia ignoranza, mi erano totalmente sconosciute.
UN INDOVINO MI DISSE mette in guardia anche da un "pericolo" che nel 93 era prevalentemente asiatico ma che adesso si sta estendendo anche a tutto l'occidente. L'invasione cinese! Arrivano a frotte, invadono spesso pacificamente si i paesi dove si insediano, ma nel giro di poco tempo iniziano a detenere il controllo pressoché totale dell'economia locale. Rilevano negozi, attività pre-esistenti; Il loro imperativo è far soldi.
In molti dei paesi asiatici dove si sono insediati negli anni, i cinesi costituiscono ormai la maggioranza della popolazione.
Quest'ossessione per il denaro, Terzani la riscontra anche dai suoi tanti contatti coi vari indovini: quelli cinesi danno nelle loro previsioni e nei loro oroscopi massimo risalto e importanza alle sorti delle finanze del loro interlocutore.
La profezia in un certo senso trovò un suo compimento: il 20Marzo uno degli elicotteri delle Nazioni Unite diretto ad una conferenza di pace in Cambogia, precipitò con 23 giornalisti a bordo; tra le quali anche joachim Holzgen, il corrispondente inviato dal Der Spiegel a sostituire Terzani.
Non ci furono morti, solo feriti, ma ciò fece maturare in Terzani quasi la convinzione che sfuggendo alla profezia aveva "salvato" le vite altrui. Ci fosse stato lui a bordo probabilmente gli esiti sarebbero stati letali.
Molto affascinante anche uno degli ultimi capitoli del libro dove Terzani racconta il suo lunghissimo rientro in Europa, ad Amburgo per incontrare i redattori del giornale e a Firenze per far visita alla madre; tagliando per la mogolia e poi in treno a bordo della transiberiana.
Chiudo con una mia personale riflessione da miscredente, sugli indovini: quasi tutti quelli incontrati, talvolta complice la lettura della mano e la presenza di una doppia linea della vita, erano concordi nel predirgli longevità, fin oltre gli 80anni. Beh come dicevo, Terzani in realtà mori a 72anni. A causa di una lunga malattia.
Questa la dice tutta sulla credibilità di questi indovini. O forse il mio scetticismo è dovuto al fatto che in Italia, in Occidente siamo più portati ad identificare tale figure in cialtroni come Wanna Marchi e Do Nascimento; mentre in Asia la divinazione, l'arte di predire il futuro è qualcosa di più intrinseco nella loro cultura e mentalità, quindi vissuto e affrontato in maniera più "seria", senza gli intenti fraudolenti così diffusi dalle nostre parti.
Su una cosa Terzani ha certamente ragione: quando dice che il proliferare dei corsi di meditazione o di buddismo in tutto l'occidente, sono l'indice di una fame di spiritualità conseguente alla perdita dei valori della nostra società.
E l'occidente questa fame cerca di saziarla attingendo alla millenaria tradizione orientale; proprio quando paradossalmente l'oriente, rifacendosi allo sbagliato modello occidentale, rischia invece di mettere a repentaglio la sua spiritualità.