venerdì 16 agosto 2013

Teaser capitolo 2

Gettai un pò di cibo per cani nella ciotolina rosa di ceramica. Aveva il nome Cupcake scritto orgogliosamente sopra a quello che potrei considerare uno stampatello eccellente per una bambina di quattro anni. Mia zia l’aveva portata in una di questi negozi di ceramiche fai-da-te e le aveva fatto trascorrere un’intera giornata a dipingere cose per tutta la famiglia, Cupcake inclusa. Io avevo un’adorabile e sfavillante statua della libertà viola, verde e blu sulla scrivania in ufficio per quel giorno con nonna Esme. Il funghetto bianco e tondo ai miei piedi stava scuotendo la coda in attesa di mangiare. “Cerca di non fare un casino, bastardina,” borbottai, allontanandomi e lasciandola alla sua colazione. Charlotte scuoteva la testa mentre rientravo in cucina. “Avere un cucciolo le insegnerà ad essere responsabile. Dovrà dargli da mangiare ogni mattina e pomeriggio. Dovrà portarla a passeggio e giocarci. Senza dimenticare di pulirla subito dopo. Te lo prometto, Char, non dovrai pulire ciò che ha sporcato.” Mi faceva il verso, usando le mie stesse parole contro di me. La sparai grossa quando comprai il cane. A livello razionale credevo potesse essere un'esperienza educativa importante per Pennycara. Ovviamente tutto ciò durò un paio di giorni. Poi per lei risultò un compito troppo arduo. Mi pregava di farlo al posto suo e io cedevo su tutta la linea ogni volta. Ancora mi rompono le palle ‘per sta storia.” Allungai la nuca e trascinai i piedi al tavolo. “Potresti non cominciare stamattina. Ho avuto un visitatore nel bel mezzo della notte, che mi ha tenuto sveglio con il suo russare rumoroso.” La piccola meraviglia dai capelli color rame aggiustò la bambola che era appoggiata sul suo grembo mentre cercava di fare colazione. Alzò lo sguardo verso di me con quei grandi occhi marroni da cerbiatta e arricciò quelle labbra a forma di cuore. “Io non russo, papi.” Il suo tono indignato mi fece pensare immediatamente alla madre a cui tanto intimamente somigliava. “Lala, digli che non russo.”

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